Salmo 22
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l'anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
Sembra
questo Salmo essere buttato lì acaso, invece no perché se lo meditiamo e ci
soffermiamo sulle parole che il Salmista dice scoprire una fonte di grazie
unica che poi non vorremmo più staccarci da queste parole.
Penso a
quante volte ci si è nel rancore più totale, nella tristezza profonda sembra
che non ci sia una via di scampo e allora con chi sfocarsela? Con Dio!
Sembra che
non c’è, e invece essendo che il nostro cuore è turbato è diventato chiuso all’azione
dello Spirito Santo.
Dio vorrebbe
essere vicino a te, ma Lui non và contro la nostra “volontà”.
Quando ci
troviamo nella disperazione o tristezza e chiediamo aiuto a Dio,sembra che non
ci risponde,ma ci ricorda il Salmo 22: “Anche
se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi
danno sicurezza”.
Una madre, quando vede soffrire il proprio
figlio,soffre,ma rendendosi conto che non può far nulla, soffre nel proprio
silenzio donando il suo amore di mamma attraverso gesti giornalieri: un
sorriso, un piatto caldo, gli fa trovare le cose stirate …
Così Dio fa
con noi, quando ci vede nella sofferenza e nel dolore e vede che tu non dai
spazio, Lui non ti abbandona, ma anzi nel silenzio agisce attraverso gli altri
e anche con le cose quotidiane che incontri: il sorriso di una persona, la
visita di un amico, il gesto affettuoso di una sorella o la tua ragazza/moglie
…
Voglio
proporti di fare due minuti di attenzione, anche se già ti ringrazio del tuo
leggermi che stai dando a questo scritto, è una preghiera che Dio ti ha voluto
scrivere, inizia proprio con un lamento, cioè quelle parole “killer” che ci
fanno allontanare tante volte dal Signore e c’è lo fanno vedere a chilometri di
distanza, però poi c’è la seconda parte quella in cui è Dio che prende in mano
la scena e vuole parlare al tuo cuore, spero tanto che possa fare luce sul tuo
cammino e nel tuo cuore.
O Gesù Buon Pastore,
tu mi dici: “ Su pascoli erbosi ti
farò riposare,
ad acque tranquille ti condurrò”.
Dove sono questi pascoli erbosi ed
acque tranquille di cuimi parli o Signore?
Tu mi dici: “ Ti guiderò per il
giusto cammino a motivo del mio nome”.
Ma io non vedo questa strada che tu
mi hai indicato e questa guida sicura che devi essere Tu.
Dici ancora: “ Anche se vai per una
valle oscura, non temere alcun male, perché io sono con te”.
Gesù mi trovo nell’oscurità della
mia vita ma tu dove sei?
Tu mi dici: “ Il mio bastone e il
mio vincastro, ti danno sicurezza”.
Dov’è questo Tuo bastore, che mi dà
sicurezza?
Non vedi che mi sto strappando
lacarne per il mio dolore?
O Dio mio, Diomio perché mi ha
abbandoni?
Nelle tue parole non ci sono mai
sttate falsità,
epiù che mai non credo che tu mi
stia abbandonando
proprio in questo momento.
“Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici”.
Figlio Mio, sono Tuo Padre, che
vuoleparlarti,
ho ascoltato il tuo lamento,
il mio cuore è pieno di compassione
per te.
Vedo quando soffri e quante grida
escono a causa del tuo dolore.
Fermati e vedi
in questi momenti
Di dura battaglia che stai avendo,
se c’è stato mai una persona che ti
è stata accanto
con un semplice sorriso,
con una carezza,
ti ha fatto sentire una breve pace
nel cuore,
uno che ti ha dato un retto
consiglio.
Quella persona ero io, bambinomio!
Figlio Mio io non ti abbandonerò
mai,
perché Io ho permesso che tu
nascessi,
sono stato Io che ti ha tessuto nel
grembo di tua madre.
Ricorda Figlio che bontà e fedeltà
ti saranno sempre compagne,
tutti i giorni della tua vita e
avrai sempre
un posto particolare nel mio cuore
per tutto il resto dela tua eternità.
Con affetto,
Tuo Papà
Molto spesso
vogliamo Dio nelle nostre comodità e non ci rendiamo conto che Lui si trova
negli altri, nella persona che ti è accanto.
Per te il
tuo gridare: “ Dio, dove sei che qui sta muorendo mio figlio? Dio dove sei che
non riesco a pagare una tassa della casa? Dio dove sei che mio marito o mio
figlio non trovano un lavoro?”
Ma tu cosa
fai, nel frattempo?
Continui a
lamentarti e vedi che non ti serve a nulla, e quindi metti in atto la seconda
riserva quella da far impietosire Dio con un bel “S.O.S. 118” facendoti vedere un cristiano
praticante e convertito, ma uando durerà tutto questo fin quando avrai avuto
ciò che desideri e poi…
Per te tutto
è comodo quando bisogna giudicare e puntare il dito contro Dio.
Meno male
che Dio è un padre Misericordioso e non ha bisogno del dare e avere. Ma Lui
desidererebbe solo che lo chiami e lo invochi con fede e amore, sempre in
qualsiasi momento Lui ti soccorerà e ti terrà tra le sue braccia di padre.
Confida in Dio e vedrai che non ti deluderà. Per incoraggiartiti lascio con questa piccola storia:
Un vecchio saggio fu invitato a parlare in una
parrocchia sulla fiducia in Dio. La chiesa era affollata di adulti, molto
attenti. In prima fila, seduto sulle ginocchia della nonna, c’era un bambino
che giocava con un pezzo di carta in mano. La sua presenza ispirò al vecchio
saggio un paragone e disse:«Vedete questo bambino? Questo bambino, come del
resto tutti noi, ha paura del dottore e dei suoi interventi che spesso sono
dolorosi!». A sostegno della sua tesi si rivolse verso il bambino e disse:«Come
ti chiami?» «Riccardo!» «Riccardo,quanti anni hai?» «Quattro!» rispose fiero
agitando la manina. «È vero che tu hai paura del dottore?» «No! Io non ho paura
del dottore!»
Sorpreso dalla risposta, il vecchio saggio insistette:«Ma come! Non hai paura
del dottore quando ti prescrive le medicine amare, quando ti fa la puntura…
insomma quando ti fa male? Non hai paura del dottore?» «No! No! Io non ho paura
del dottore!» rispose il bambino con maggior forza. Nel frattempo la nonna
osservava preoccupata le repliche del nipotino. Dopo qualche tentativo andato a
vuoto, il vecchio saggio piacevolmente meravigliato dalla reazione del bambino
disse:«Senti Riccardo, verresti qui al microfono a dire a me e a tutta questa
gente, perché tu non hai paura del dottore?» Riccardo scese dalle ginocchia
della nonna, andò al microfono e ad alta voce disse:«Io non ho paura del
dottore perché il dottore è mio papà!»
Una sonora e gioiosa sorpresa da parte dei presenti accolse l’inattesa
risposta. E la nonna rasserenata confermò:«Sì, sì. suo papà fa il dottore.»
Allora il vecchio saggio compiaciuto, rivolgendosi all’assemblea replicò:«Devo
aggiungere altro? Ora sapete cosa è la fiducia in Dio!»
Quando abbiamo la consapevolezza che
tutti gli interventi più o meno dolorosi della nostra vita sono voluti o
permessi da Dio che ci è papà, non possono farci paura perché sono segni
sensibili del Suo amore che sa guarire e salvare come gli interventi e le
medicine del dottore (anche se, qualche volta, sono proprio amare…).